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La notte è passata bene, senza incontri ravvicinati con orsi. Ci svegliamo relativamente presto per andare a fare quello che viene considerato il miglior trail del parco: Mount Washburn. Lungo 3.2 miglia (poco più di 5km) di lunghezza (one way, ovviamente) e circa 420 metri di dislivello. Viene considerato difficile ma onestamente è stato relativamente semplice anche per me che sono poco preprato. Quello che per loro è un sentiero è un’autostrada rispetto ai nostri sentieri di montagna. La maggior parte del tempo è una stradina in terra battuta larga fino a 2-3 metri. Esclusa la parte centrale che ha quattro tornanti che salgono rapidamente, il resto non ci dà difficoltà.

Poco prima di raggiungere la vetta incontriamo un gruppo guidato da una ranger, mentre questa sta tranquillamente spiegando qualcosa riguardante il panorama un signore la interrompere per chiedere “questo cos’è?” noi e la ranger ci giriamo nella direzione e lei con tutta calma “è un coyote”. Questo stupendo animale (il cartone di Road Runner non gli rende per niente giustizia!) passa tranquillamente di fianco al gruppo per continuare la sua strada. Ovviamente le fotografie non si risparmiano.

Coyote

Arrivati in cima, a circa 2700m di altitudine, ci sono delle pecore e un caprone che “pascolano” noncuranti sul sentiero. Filippo cerca di avvicinarsi ad una capra e un ranger lo richiama in maniera non per niente fine (eventualmente lascio spiegare a Filippo nei commenti l’incontro ravvicinato con il ranger Smith di turno). Sulla vetta c’è un punto di osservazione che dà una vista sull’intero parco (o quasi, visto che è immenso). Probabilmente però siamo nel punto più alto di Yellowstone. Qua scopriamo che quasi tutta l’area è in realtà la caldera del vulcano. Ammiriamo la vista, chiacchieriamo con dei ragazzi e ragazze asiatici che scopriamo lavorano lì per 4 mesi (e hanno da 2 a 3 giorni di libero a settimana per visitare il parco) e poi riscendiamo fino al posteggio, incontrando nuovamente il coyote di prima e pure una marmotta che gioca a nascondino.

Bighorn Sheep Woodchuck (groundhog)

Entrambi molto contenti del primo trekking, sia perché andato bene, sia per le cose viste. La giornata però è ancora lunga e dobbiamo raggiungere il lago verso sud. Sulla strada ci fermiamo diverse volte per altri incontri: parecchi bufali (anche molto vicini, che attraversano la strada eccetera) e altri begli esemplari di wapiti. Ovviamente non manchiamo di vedere altri geyser (non attivi al nostro passaggio) e fumarole.

Bison Elk

Un’altra giornata è ormai finita. L’ultima all’interno di questo stupendo parco nazionale. Prima di dormire decidiamo di guardare una (geniale) puntata di Supernatural, anche in questo caso la fortuna è dalla nostra perché eravamo svegli al passaggio del ranger, che prima si è fermato con l’auto dietro la nostra, poi ha acceso i lampeggianti e ci ha raggiunti a piedi chiedendoci cosa avessimo intenzione di fare, ovviamente abbiamo detto “guardiamo il film e poi andiamo via” (non è permesso dormire all’interno del parco se non negli appositi camping). Finito il film ci allontaniamo e dormiamo in auto in un posto un po’ nascosto.



Written on July 30th 2010 by  
Category: Wyoming 
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