Oggi la sveglia è scattata molto presto. Alle 4:50 (che per noi erano le 3:50) per poter andare dalla parte opposta del parco a goderci l’alba. Anche stavolta il consiglio di Norbert è stato apprezzato pienamente. Questo parco nazionale è già stupendo di suo, ma visto all’alba e al tramonto diventa ancora più magico.
Dopo un’ultima chiacchierata con il fotografo riprendiamo il viaggio, questa volta verso il Canyon de Chelly, che può essere visitato solamente con una guida Navajo (salvo i view point dall’alto raggiungibili in auto).
Su consiglio di Sissi optiamo per la visita a cavallo, nemmeno troppo cara (15$/h a testa più altri 15$/h per la guida), infatti facciamo il giro fino alla White House (una rovina degli Anasazi) che dura circa 4 ore.
All’andata il cavallo di Filippo, Sherman, era sempre in testa, si vede che voleva far vedere di essere il maschio più vecchio (11 anni), mentre la mia Dora (7 anni) si è fatta valere al ritorno, infatti l’ha fatto tutto a corsa…! (il legame dei nomi con Finding Nemo l’ho notato solo io? Dory che ripete sempre “P. Sherman, 42 Wallaby Way Sydney, Australia”…?)
Il canyon in sé non è niente di entusiasmante, se non per la gita a cavallo, probabilmente farlo in auto (con il proprio fuoristrada o con il loro) non ne vale la pena (anche perché costa uno sproposito!).
Dall’alto si vede poco, l’unico punto degno di nota è la Spider Rock, una torre di arenaria alta 240 metri in mezzo al canyon. Qua restiamo a chiacchierare un po’ con una famiglia parigina che sta facendo più o meno il nostro viaggio ma al contrario quindi ci si scambia consigli e opinioni.
La sera ci dirigiamo verso sud, a Chambers e poi a Sanders… ma anche stanotte si dorme in auto perché di motel neanche l’ombra per non meno di 50 miglia. No grazie!
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